Come vi ho raccontato nel primo di questa serie di articoli sulla storia di questo blog, i presupposti su cui il fu Mammaduepuntozero fondava la sua esistenza, erano vaghe intenzioni di dare “consigli” alle neo mamme come me, ma appena un passo indietro a me, per percorso di vita ed esperienza. Poi i consigli mi hanno annoiata, il nome non mi è più sembrato calzante con il contenuto, e il blog è diventato Meduepuntozero.com.
Se come dichiaro nel frontespizio sono una mamma che non vuole fare solo la mamma, è doveroso dire che fare la mamma mi piace e mi appassiona: solo non esaurisce le mie aspirazioni, le mie ambizioni e i miei interessi.
Spesso si tratta del lavoro più dolce del mondo, a volte del più amaro. Bisogna fare grandi sacrifici e si è sottoposte costantemente a grandi stress, tanto che credo che chi dimostri di cavarsela egregiamente in questo compito, dovrebbe essere ricercata e strapagata come certi manager con stipendi a 6 zeri. Non a caso vi avevo suggerito un prototipo di lettera di presentazione da allegare al vostro CV, care fellow moms…l’avete poi usata?
Se dovessi stilare una classifica delle cose più difficili cui prepararsi alla vigilia della maternità, sicuramente metterei le questioni di nanna al primissimo posto. Ovviamente sono condizionata dalla mia esperienza non proprio rosea, ed è altrettanto ovvio che io sia ancora piuttosto indietro nel percorso lungo e periglioso che conduce noi e i nostri figli alla maturità (la loro e la nostra?). Le mie bimbe hanno infatti, ad oggi, 4 anni una e 20 mesi l’altra: mi riservo di riscrivere questa top ten almeno 5 volte da qui alla preadolescenza.
Sin dall’inizio della mia esperienza da mamma, ho trovato nella rete un grande sostegno da parte di altre mamme come me, spesso sconosciute, e che poi sono diventate amiche, amiche vere. Il confronto è ciò che ci salva nei lunghi pomeriggi d’inverno e nelle notti insonni, per questo motivo ho continuato a confrontarmi su quelli che mi sembravano i temi più scottanti, in base alla mia esperienza.
Sulla nanna ho scritto molto: ho riflettuto sul senso della frase “dormire come un bambino”, arrivando alla conclusione che sia stata inventata da qualcuno che non è mai stato genitore e che forse un bambino non l’ha mai visto, se non in pubblicità. Poi vi ho raccontato delle difficoltà incontrate subito con Cecetta che, all’età di due mesi, aveva deciso che dormire non era cosa sua e passava giornate intere sveglia, col risultato che arrivava a sera con gli occhi fuori dalle orbite. E anche io.
Infine, qualche mese fa, ho scritto un post riassuntivo di tutto ciò che penso di avere imparato sul sonno dei bambini, casomai potesse essere di ispirazione o di aiuto a qualcuno messo peggio di me.
In mezzo c’è stata anche una riflessione sul fatto che i ritmi imposti dalla società così come la conosciamo oggi, non siano fisiologici per i bambini (e forse neanche per gli adulti) e su come non ci aiutino per niente nella strenua lotta per far fare la nanna ai nostri figli.
Un’altra questione che per molti genitori rappresenta un autentico cruccio è la pappa. Per noi non è mai stata un problema con la Dodo, invece le cose con Cecetta non sono iniziate nel migliore dei modi.
A un certo punto Cecetta mi ha scritto una lettera, cercando di spiegarmi il suo punto di vista….e io naturalmente le ho risposto, da lì a poco, esponendole il mio. Per fortuna per noi le cose si sono risolte, anzi, sono cambiate radicalmente quando Cece è stata in grado di masticare: ora passerebbe la giornata a mangiare e di tutto; e, ironia della sorte, i suoi piatti preferiti sono fagiolini e zucchine, che mangerebbe a chili.
Se penso a quanto mi sono preoccupata, mi do della cretina da sola…
Fare la mamma è una cosa davvero complicata, è fondamentale avere una rete (reale, virtuale, familiare: vedete un po’ voi…) altrimenti si rischia di cadere e farsi male.
Quello che devo ammettere, mio malgrado, è che dà soddisfazioni impareggiabili e fa sentire incredibilmente forte, quando si riescono a superare certe criticità.
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